Glossario
A.
Abbuffata: assunzione di cibo in quantità elevata (abbuffata oggettiva) in breve tempo accompagnata dalla sensazione di avere perso il controllo; vi è anche una abbuffata soggettiva che si caratterizza per l’ingestione di una modesta quantità di cibo ma vissuta dal soggetto come eccessiva e con perdita di controllo.
Abuso: può fare riferimento ad un uso smodato o inappropriato di qualcosa (una sostanza, un farmaco) oppure si può riferire ad un atto compiuto contro altra persona non consenziente, ad una sorta di violenza, ad un uso non corretto di un rapporto.
Adolescenza: fase della vita che si situa tra l’infanzia e l’età adulta; si caratterizza per lo sviluppo sessuale e per la ricerca di una propria identità, di una maggiore possibilità di autogestione e autonomia.
Affettivo: che ha a che fare con la sfera delle emozioni.
Anoressia nervosa: caratterizzata dalla restrizione alimentare sino al digiuno. Si ha una perdita di peso rilevante e la scomparsa delle mestruazioni; si associa spesso ad iperattività. Questi comportamenti sono motivati da un profondo disagio nei confronti del proprio corpo, per cui ci si sente grassi anche quando si è molto magri. Accanto alla forma restrittiva vi è una forma bulimico-purgativa con comportamenti simili a quelli della bulimia.
Ambivalenza: presenza contemporanea di due sensazioni e sentimenti, contrapposti e contraddittori.
Amenorrea: perdita, assenza del regolare ciclo mestruale.
Ansia: fa riferimento ad uno stato emotivo che si caratterizza per un senso di oppressione, paura, timore di un qualche evento futuro; sono spesso usati come sinonimi nervosismo, tensione, eccitazione, preoccupazione, agitazione. è una condizione in cui si riduce la capacità di controllo del soggetto.
Apatia: insensibilità e indifferenza rispetto ad emozioni, stimoli, sensazioni.
Autoindotto: provocato volontariamente dalla persona stessa, detto del vomito.
B.
BMI (Body Mass Index): è il rapporto tra peso e altezza con la formula peso (kg)/altezza2 (metri2). Il risultato è malnutrizione se inferiore a 17,5, sottopeso fino a 18,5, normale se compreso tra 18,5 e 25, sovrappeso se tra 26 e 29, obesità se superiore a 30.
Bulimia nervosa: presenta due comportamenti tipici: l’abbuffata e le condotte di compenso o purgative. L’abbuffata è caratterizzata dall’ingestione di grandi quantità di cibo accompagnata da una sensazione di perdita del controllo. Le condotte purgative sono il vomito e l’abuso di lassativi o di diuretici e vengono messe in atto per eliminare il cibo ingerito. Questi comportamenti sono motivati da un profondo disagio nei confronti del proprio corpo. La bulimia nervosa è presente in ragazze normopeso. Esistono forme di bulimia nervosa in cui si utilizzano il digiuno o l’iperattività come mezzi di compenso. In base a ciò si distingue la bulimia purgativa e quella non purgativa. In entrambi i casi la dinamica del disturbo è caratterizzata da un’alternanza tra alimentazione eccessiva e metodi purgativi per evitare l’aumento di peso.
C.
Cognitivo: che ha a che fare con la sfera del pensiero.
Comorbilità: compresenza nello stesso soggetto di due distinte malattie.
Complicazioni, o complicanze: evento, alterazione che avviene nel corso di una malattia e che rende più problematica la cura.
Compulsione: comportamento che fa riferimento all’atto di dover fare, alla coazione, alla costrizione, all’impossibilità di esimersi dal fare.
Condotte di eliminazione o condotte purgative o bulimiche: si fa riferimento a tutti quei comportamenti che hanno come conseguenza l’eliminazione del cibo e quindi l’evitamento del rischio di ingrassare; i comportamenti purgativi tipici sono il vomito, l’abuso di lassativi o di altri farmaci come gli estratti tiroidei, le anfetamine e i diuretici. Solitamente vengono esclusi da questa definizione i comportamenti come il digiuno e l’intensa attività fisica che hanno ugualmente nelle ragazze con un DCA lo scopo di non aumentare di peso.
Controllo: capacità di controllare, dominare e vincere i propri stimoli, impulsi o istinti.
D.
Day hospital: ospedalizzazione giornaliera, ricovero semiresidenziale; condizione in cui il paziente sta nel reparto di cura durante la giornata ma pernotta al di fuori.
Depressione: stato d’animo caratterizzato da tristezza, umore cupo, avvilimento, paura del futuro; si presenta con ridotta voglia di fare, di comunicare, di partecipare, di essere attivi.
Dicotomia: netta separazione in due parti, tagliare decisamente in due; lo si dice del pensiero che non vede zone grigie ma solo bianco o nero, che sa cogliere solo gli estremi, che vede le cose come perfette (accettabili) o assolutamente sbagliate (inaccettabili).
Dieta: etimologicamente significa stile di vita, qui usato nella comune accezione di alimentazione ridotta in calorie, alimentazione mirata al calo di peso.
Disidratazione: carenza di liquidi, perdita di liquidi dell’organismo.
Disinibizione: perdita della capacità di controllo.
Dispercezione: percezione alterata, attività conoscitiva disturbata.
Disturbi Alimentari Non Altrimenti Specificati (NAS): definiti anche atipici o, nella terminologia inglese, EDNOS (Eating Disorder No Otherwise Spcified), sono un gruppo di patologie in cui si riscontrano sia le forme parziali, ossia quadri simili all’anoressia o alla bulimia cui manca un criterio diagnostico, sia le forme sottosoglia, in cui la frequenza dei comportamenti è inferiore a quella richiesta per diagnosticare il disturbo maggiore. Vengono inclusi in questa categoria anche comportamenti patologici dotati di una propria autonomia, quali la sindrome “mastica e sputa” (chewing and spitting), in cui i soggetti passano parte del loro tempo a masticare grandi quantità di cibo che poi non viene deglutito, e gli atteggiamenti di dieta cronica. Comprendono anche il Disturbo da alimentazione incontrollata.
Disturbo da alimentazione incontrollata: in inglese Binge Eating Disorder (BED), si tratta di un disturbo attualmente definito solo a livello sperimentale, anche se in generale utilizzato dagli studiosi. Ha in comune con la Bulimia l’abbuffata, non seguita però da tentativi di compenso. Per questo motivo la maggior parte delle persone sofferenti di questo disturbo sono obese. Il BED è solitamente associato ad un quadro depressivo o con altri problemi psicopatologici.
Disturbo dell’immagine corporea: disagio che la persona prova nei confronti della propria immagine corporea, i pazienti si sentono e si vedono grassi e/o con parti del corpo (cosce, pancia, braccia) deformi. Il fatto di sentirsi brutti e grassi, anche quando questa sensazione non è corrispondente al vero, incide profondamente e negativamente sull’autostima. Peso e forma del corpo diventano l’unico criterio di valorizzazione personale.
Diuresi: quantità di urina prodotta.
Diuretici: farmaci che favoriscono la diuresi.
E.
Egodistonico: che non è in sintonia con il proprio sentire (vedi egosintonico).
Egosintonico: che è in sintonia con il proprio sentire, che diventa parte della propria identità, che da piacere.
Elettroliti: sostanza dissociabile in ioni quando venga disciolta in acqua; fa riferimento a ioni presenti nel sangue, i più importanti sono: Potassio (basso nei comportamenti purgativi), Cloro, Sodio (basso nell’abuso di liquidi).
Emaciato: magro, smunto.
F.
Fattori scatenanti: che rappresentano una delle possibili cause che hanno fatto precipitare, scatenare, iniziare il problema.
Fattori predisponenti: che rappresentano una delle possibili cause che possono predisporre, rendere vulnerabile, facilitare il manifestarsi del problema.
Fattori perpetuanti: che rappresentano le possibili cause del mantenimento, del cronicizzarsi, del perpetuarsi di un problema.
Fisiologico: fa riferimento al corretto e regolare funzionamento del nostro organismo, che rispetta il normale funzionamento del nostro corpo
Fobia: paura immotivata, avversione, ripugnanza.
I.
Iatrogeno: provocato come effetto secondario di una terapia, di un farmaco.
Ipocalorico: alimento o pietanza con ridotto contenuto di calorie, atto a far dimagrire.
Ipofisi: ghiandola situato nel cervello, nell’ipotalamo più esattamente; produce numerosi ormoni e una sua lesione è stata per molti anni indicata come causa dell’anoressia.
Ipotensione: bassi valori di pressione arteriosa del sangue.
L.
Lavoro a rete: in inglese network, rete di operatori sanitari che operano con gli stessi intendimenti e le stesse metodologie.
Lipotimia: sensazione di mancamento, perdita di coscienza di breve durata per lo più causata da bassi livelli di pressione sanguigna.
M.
Menarca: comparsa del primo ciclo mestruale.
Molestia: atto o comportamento che ha provocato danno, fastidio, dolore ad altri.
Motivazione: fa riferimento ad un complesso di motivi, fattori, ragioni che spingono le azioni in una determinata direzione, che rappresentano il motore di un possibile cambiamento, la spinta a modificare il proprio comportamento.
Multifattoriale: dipendente da più fattori, da più cause.
O.
Obesità: aumento del peso corporeo oltre il 20% rispetto al massimo stabilito per età, sesso e altezza. Rappresenta un fattore di rischio per patologie gravi come aterosclerosi, diabete, incidenti cardiovascolari e sindromi degenerativo-artrosiche. Nei disturbi dell’alimentazione è generalmente correlata al Disturbo da Alimentazione Incontrollata.
Omeostasi: capacità di mantenere stabile, in una sorta di relativo equilibrio, le caratteristiche di funzionamento del nostro sistema interno (p.e. la temperatura corporea); viene utilizzato anche a livello sociale per rappresentare la spinta, in genere inconsapevole, a mantenere stabile un insieme di regole (p.e. omeostasi familiare).
Organico: che fa riferimento ad un organo, al corpo.
Ossessione: idea che invade e pervade il nostro pensiero sino ad alterarne il funzionamento, preoccupazione ansiosa e angosciosa per lo più non ragionevole.
P.
Palatabile: piacevole al palato, al gusto.
Patologia: malattia, stato morboso.
Percezione enterocettiva: la percezione di stimoli, segnali che provengono dall’interno dell’organismo.
Perfezionismo: tendenza a non accontentarsi mai, volere fare tutto in modo perfetto, desiderio di arrivare sempre al massimo, primeggiare. Si distingue un perfezionismo normale da uno patologico, in cui queste caratteristiche sono spinte all’estremo con l’effetto di impedire all’individuo, angosciato dal timore di sbagliare, di condurre una vita normale.
Pervasivo: che si diffonde dappertutto.
Premorboso: stato preesistente alla malattia.
Prescrittivo: nell’accezione di questo testo, atto medico che si limita a indicare il cambiamento di un comportamento senza curarsi di adottare metodiche (informative, motivazionali) che possano ridurre le difficoltà del paziente nell’applicazione e quindi aumentare le possibilità di un risultato positivo (p.e. prescrizione di una dieta).
Psicoterapia: cura dei disturbi psichici e delle condizioni di disadattamento attraverso tecniche psicologiche che utilizzano l’interazione verbale; tre sono le scuole di psicoterapia più note, quella cognitivo-comportamentale, quella sistemico-relazionale o familiare, quella psicoanalitica.
Psicoterapia cognitivo-comportamentale: terapia psicologica che cerca di modificare e ricomporre i comportamenti errati, i pensieri e i valori disfunzionali.
Psicoterapia familiare: terapia psicologica che cerca di modificare le interazioni e gli stili comunicativi della famiglia.
Psicoterapia psicoanalitica: psicoterapia che opera attraverso l’interpretazione dei bisogni, dei simboli, del recupero della propria identità.
Psicoterapeuta: che pratica la psicoterapia in modo professionale, psicologo o medico formatosi presso una scuola di psicoterapia.
Purgativo: vedi Condotte di eliminazione.
R.
Restrizione alimentare: comportamento alimentare con ridotto apporto di nutrienti, rinuncia ad alcuni alimenti sia qualitativa che quantitativa.
Riabilitazione: riprendere abilità che sono state perse; si può riabilitare un arto, un ginocchio e allo stesso modo un comportamento.
Rigurgito: ritorno del cibo dallo stomaco e dall’esofago alla bocca.
Rimuginio: fa riferimento ad un persistente agitarsi del pensiero, al persistere di idee che mulinano nel cervello, un ruminare delle idee.
S.
Sincope: improvvisa perdita di coscienza.
Sindrome: insieme di sintomi e caratteristiche proprie di una malattia.
Sindrome da digiuno: sequela di sintomi, causati dallo stato di malnutrizione, che comprendono un’alterazione del comportamento alimentare e dell’atteggiamento verso il cibo, dell’affettività (depressione, ansia, irritabilità, labilità emotiva), del pensiero (difficoltà di concentrazione e di astrazione) e del metabolismo con conseguenti disturbi gastrointestinali e dell’omeostasi corporea. Questi sintomi sono generalmente reversibili con il recupero del peso e di una corretta alimentazione.
Sindrome yo yo: sindrome del peso fluttuante, altalenante, situazione in cui si perde peso e poi lo si recupera, in genere raggiungendo un peso superiore a quello da cui si è partiti.
Sintomo: segno, segnale, indizio di una malattia, elemento che caratterizza una malattia, una patologia.
T.
Terapia farmacologia: terapia effettuata attraverso l’uso di farmaci. Secondo molti studi i farmaci non risultano essenziali nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. L’indicazione più precisa disponibile al momento riguarda il trattamento della bulimia, per la quale gli antidepressivi S.S.R.I. risultano efficaci nel ridurre la frequenza delle abbuffate, anche se l’effetto, se non supportato da altri trattamenti, sembra avere una durata limitata. Vi sono indicazioni per l’utilizzo della terapia farmacologica in aggiunta ad altre forme di trattamento psicoterapico.
Trauma: lesione fisica o psichica causata da un atto violento, da una offesa.