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L'anoressia nervosa

 

L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da una restrizione dell’alimentazione dovuta ad un’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme corporee, che si esprime in una pervasiva paura di ingrassare e in una ricerca della magrezza.
L’anoressia nervosa è presente in uguale misura in tutte le classi sociali e coinvolge prevalentemente il sesso femminile: solo un caso su 10, infatti, riguarda i soggetti maschi. L’età di insorgenza del disturbo è compresa fra i 12 e i 25 anni, con una frequenza maggiore fra i 14 e i 18 anni; più raramente si manifesta dopo i 30 anni.
Il principale sintomo dell’anoressia nervosa è il rifiuto di mantenere il peso corporeo entro i livelli di normalità: la presenza di un marcato dimagrimento può essere un segnale indicatore del disturbo. La perdita di peso è accompagnata nei soggetti di sesso femminile dalla scomparsa delle mestruazioni (amenorrea).
 Nella fase iniziale della malattia l’attenzione è concentrata sul proprio peso e compare un forte desiderio di essere magri. Con l’andare del tempo questa preoccupazione cede il posto ad un‘illogica e angosciante paura di ingrassare, che porta a rimuginare continuamente sull’idea di cibo e ad adottare comportamenti estremi finalizzati alla perdita di peso; questa paura permane anche quando il peso corporeo è così basso da costituire un rischio per la vita della persona.
 Il comportamento tipico nell’anoressia nervosa è quello di intraprendere una dieta, allo scopo di eliminare alcuni cibi ritenuti superflui o troppo calorici; a poco a poco il controllo sul cibo diventa sempre più rigido al punto di arrivare a eliminare gran parte degli alimenti che prima venivano assunti. L’alimentazione spesso viene limitata al consumo di frutta e verdura; carboidrati e proteine vengono assunti in quantità molto limitate, mentre i cibi grassi sono quasi completamente assenti; si tende a preferire alimenti liquidi, spesso consumati molto caldi, per aumentare la sensazione di sazietà.
La fase iniziale del disturbo è caratterizzata dalla negazione della malattia. Le ragazze anoressiche non ritengono di avere problemi e anzi considerano il proprio comportamento logico e coerente; sostengono di stare bene e di non vedere nulla di cui preoccuparsi. Spesso la negazione è talmente estrema da creare un disturbo dell’immagine corporea per cui, nonostante la perdita di peso consistente, alcune ragazze continuano a vedersi normali o addirittura grasse.
La maggior parte delle ragazze anoressiche sperimenta una fame intensa contro cui investe una porzione sempre maggiore delle proprie energie per riuscire a mantenere il controllo. In questo senso il termine “anoressia” (dal greco “an” – prefisso negativo – e “orekteo” – ho appetito) può apparire fuorviante. In realtà la restrizione alimentare provoca nell’organismo meccanismi biologici di protezione, consistenti in un aumento della fame, dell’appetito e delle preoccupazioni riguardo all’alimentazione. Si genera una compulsione al cibo, che può sfociare in vere e proprie abbuffate (crisi bulimiche). In questi casi la quantità di cibo che viene ingerita può essere oggettivamente esagerata; molto spesso, tuttavia, viene solo percepita come tale. Può accadere per esempio che l’abbuffata si riveli, ad un’indagine più precisa, un pasto di media entità o addirittura un piccolo spuntino. Ciò che conta è che venga considerato in sovrappiù rispetto a quanto previsto e che generi la sensazione di essersi lasciata andare. Tutto ciò ovviamente va ad amplificare la paura di aumentare di peso.
Al mancato controllo sull’assunzione del cibo fanno seguito condotte atte a limitare l’introito calorico. Alcune ragazze incrementano la restrizione alimentare oppure si danno ad una attività fisica esasperata, cogliendo qualsiasi pretesto per bruciare calorie; altre adottano metodi di compenso presenti anche nella bulimia, quali il ricorso al vomito o l’abuso di lassativi e diuretici. Queste condotte fanno riferimento a quadri psicologici differenti che portano a distinguere forme diverse di anoressia: nel primo caso si parla di anoressia di tipo restrittivo e si riscontra una tendenza più marcata a negare la malattia e caratteristiche di tipo ossessivo; la seconda forma viene denominata anoressia di tipo bulimico e presenta una manifestazione più evidente della sofferenza, con la presenza di sintomi depressivi, irritabilità e in alcuni casi con comportamenti impulsivi (atti autolesivi, fughe, piccoli furti, ecc.).
Un elemento cruciale nello sviluppo dell’anoressia nervosa è rappresentato dalla comparsa dei sintomi da digiuno (vedi tabella n.1), ossia di conseguenze sul piano psicologico e fisico della restrizione alimentare. Le conoscenze a questo proposito derivano da un filone di studi che data ormai quarant’anni, iniziato presso l’Università del Minnesota. Le persone che si sottopongono ad una alimentazione ridotta, dopo una prima fase caratterizzata da euforia ed iperattività, sviluppano una complessa sintomatologia che coinvolge aspetti organici e psichici. Sul piano psicologico si riscontra un’attenzione polarizzata sul cibo, che porta il soggetto a imperniare tutta la sua quotidianità sull’alimentazione, talvolta con comportamenti bizzarri. Si assiste a modificazioni importanti sul piano emotivo con l'emergere di stati depressivi, ansiosi e di irritabilità; talvolta si possono riscontrare manifestazioni psichiatriche anche di maggiore gravità.
Spesso si evidenzia una tendenza all’isolamento sociale che viene poi amplificata dalle oggettive difficoltà che la ragazza anoressica incontra nel frequentare altre persone. Gli amici, dopo un primo momento in cui l’hanno incoraggiata per la sua linea, sono perplessi per l’eccessivo dimagrimento e non condividono le sue preoccupazioni per il cibo. Inoltre, lo stare insieme spesso prevede momenti conviviali quali andare a mangiare la pizza o il gelato; in queste occasioni chi soffre di anoressia sperimenta solo esclusione ed imbarazzo.
Sul piano cognitivo si riscontra, dopo la fase iniziale, una diminuzione della capacità di concentrazione, che spesso ha a che fare con la necessità di aumentare l’impegno nello studio fino a ritmi estenuanti per mantenere il profitto scolastico. Inoltre si assiste ad un arretramento della forma del pensiero che diviene simile a quello infantile, legato ai dati concreti della quotidianità e incapace di elaborare ipotesi sul futuro o su situazioni diverse da quella presente.
 

Sintomi da digiuno
 
Atteggiamenti nei confronti del cibo
¨                 Preoccupazione per il cibo
¨                 Collezione di ricette e libri di cucina
¨                 Inusuali abitudini alimentari
¨                 Incremento del consumo di caffè, tè, spezie
¨                 Occasionale ingestione esagerata di cibo
 
Modificazioni emotive e sociali
¨                 Depressione
¨                 Ansia
¨                 Irritabilità e rabbia
¨                 Labilità
¨                 Episodi psicotici
¨                 Cambiamenti di personalità evidenziati dai test psicologici
¨                 Isolamento sociale
 
 
Modificazioni cognitive
¨                 Diminuita capacità di concentrazione
¨                 Diminuita capacità di pensiero astratto
¨                 Apatia
 
 
 
Modificazioni fisiche
¨                 Disturbi del sonno
¨                 Debolezza
¨                 Disturbi gastrointestinali
¨                 Ipersensibilità al rumore e alla luce
¨                 Edema
¨                 Ipotermia
¨                 Parestesie
¨                 Diminuzione del metabolismo basale
¨                 Diminuzione dell’interesse sessuale
 
A. Keys et al., The Biology of Human Starvation. Minneapolis: University of Minnesota Press,1950

Tabella n.1 – Sintomi da digiuno.
 
E’ importante sapere che i sintomi descritti sono legati in modo contingente alla condizione di malnutrizione e sono quindi transitori. L’intero quadro regredisce nel momento in cui il peso normale viene ripristinato.
 
LE COMPLICAZIONI DI TIPO MEDICO.
Le persone che soffrono di anoressia nervosa possono arrivare ad un livello di logoramento fisico che si riflette in complicazioni a carico di tutti gli organi interni e che può essere anche mortale.
 
Le complicanze cardio-vascolari quali il rallentamento del ritmo cardiaco e l’abbassamento della pressione arteriosa sono presenti nella maggioranza dei casi. Meno frequenti ma più pericolose sono le alterazioni dell’equilibrio elettrolitico, specie per quanto riguarda il potassio. Questa eventualità si presenta più frequentemente in concomitanza con la presenza di vomito autoindotto frequente o con l’abuso di lassativi e diuretici. In queste situazioni è opportuno effettuare controlli periodici degli elettroliti nel sangue (potassio, magnesio, sodio, cloro).
 
Le complicanze gastro-intestinali consistono in un rallentamento della funzione digestiva con presenza di gonfiori e stipsi. Generalmente questi disturbi regrediscono quando si torni ad una alimentazione e ad un peso normali. E’ sconsigliato l’uso di lassativi poiché nel tempo incide negativamente sulla funzionalità intestinale e irrita le mucose.
 
Le complicanze a livello osseo sono caratterizzate dall’osteoporosi dovuta alla diminuzione degli estrogeni a seguito della scomparsa del ciclo mestruale. Il rischio maggiore è legato alla comparsa del disturbo in giovane età, prima del menarca, quando la struttura ossea non ancora completamente formata. In questo caso può verificarsi un blocco nella crescita ossea. Abitualmente il problema si aggrava a lungo termine, con una rarefazione ossea sempre più marcata ed un aumento del rischio di fratture. Non è ancora chiaro se gli estrogeni, somministrati con la pillola, abbiano una valenza preventiva. L’orientamento prevalente è quello di intervenire sulla ripresa del peso corporeo nelle persone con una bassa durata di malattia; la somministrazione di estrogeni è invece da valutare in caso di cronicità.
Per ciò che riguarda le complicanze a livello neurologico, alcuni studi effettuati con l’uso della tomografia assiale computerizzata (TAC) e con la risonanza magnetica nucleare (RMN) hanno messo in luce una pseudoatrofia cerebrale e l’allargamento dei ventricoli. Non è chiaro se si tratti di danni reversibili con il recupero del peso. In alcuni casi si osservano delle alterazioni dell’elettroencefalogramma.
 
A livello delle complicanze dermatologiche si nota spesso il colorito giallastro delle estremità, un aumento della peluria, pelle secca e disidratata, perdita dei capelli. Nelle persone che vomitano si possono produrre dei calli sul dorso delle mani. I sintomi descritti non richiedono particolari interventi.

 

LA MORSA
La morsa è un oggetto che ti stringe, sempre di più, sino a farti soffocare … come l’anoressia.
L’anoressia, in sé, non è il vero problema: è un sintomo mediante il quale molte persone giovani, soprattutto ragazze, intendono manifestare un malessere interno, un disagio che nessuno comprende. Si calcolano le calorie di ogni minima sostanza ingerita, facendo di tutto perché il corpo possa consumarle, o rigettarle. Ecco, allora, l’attività fisica svolta in maniera sfrenata, l’abuso di lassativi, di diuretici, il vomito, l’ingoiare prodotti dimagranti, nella speranza che, pesandosi, l’ago della bilancia non sia allo stesso punto, ma al contrario che regredisca ogni volta che si sale su quell’arnese, divenuto un compagno inseparabile.
C.D.Z.