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Uscire dalla solitudine - Dietro le nuvole, l'amicizia e l'amore

di Olga Chiaia

 

Uscire dalla solitudine
 
Dietro le nuvole, l’amicizia e l’amore
 
NOVITA’ EDITORIALE IN LIBRERIA DA MERCOLEDI’ 24 FEBBRAIO 2010
 
La solitudine può essere bella e creativa, ma solo se scelta. 
La solitudine non voluta, quella che fa soffrire, è invece in crescita e tocca un po' tutti.
Talvolta è evidente, come nel caso dei nuovi esclusi, di chi non può essere protagonista di nulla o di chi vive solo; altre volte è celata da una rete di relazioni solo apparenti, senza contatti nutrienti reali e umani
Questo libro, passando in rassegna i diversi tipi di solitudine e ripercorrendo i contorni di casi reali, aiuta ciascuno a ricostruire le cause della propria solitudine, con lo scopo di suggerire come fare ad
aprire porte e finestre, lasciar entrare e uscire la vita e le emozioni, sdrammatizzare e perdonarsi.
 
 
L’autrice
Olga Chiaia è psicologa e psicoterapeuta. Ha vissuto a Bari, a Roma e a Piacenza, dove attualmente lavora come psicoterapeuta, approfondendo il tema della solitudine in modo trasversale. Ha lavorato in ambito scolastico nel settore dell'orientamento e si è occupata di formazione di operatori e manager dell'area psicosociale. Ha scritto "Il sonno e il sogno" (Newton Compton), e ha collaborato con alcune riviste (Cosmopolitan, Yourself) e siti web (Lifegate). Ricerca e studia terapie innovative, fa acquerello, meditazione e Kriya Yoga.
 
 
Dall’introduzione
 
Mi sono spesso sentita troppo sola, a tutte le età.
Perché ero timida, perché ho cambiato città, perché avevo i bambini piccoli, perché vivevo a Piacenza, città notoriamente “fredda”, oppure perché incontravo le persone avvolta in un bozzolo più isolante che protettivo, e quindi non c’era un contatto reale.
Mi sono iscritta a Psicologia, come molti, per aiutare me stessa. Sono stata la mia prima paziente, e lo sono tuttora, perché sono la più resistente e difficile che abbia mai incontrato. Naturalmente lo sono stata di altri terapeuti, anche, ma la solitudine veniva rilevata, criticata, mai compresa: mi sentivo accusata di esserne responsabile, ed era peggio. Quanta paura c’era sotto.
Credo che un po’ tutti i libri siano di autoaiuto, dalla Bibbia ai romanzi. I manuali di self help, con esercizi e direttive, non sempre funzionano di più.
Mi piacerebbe che questo libro riuscisse a rincuorare. A far sentire meno soli, e a dare qualche prospettiva di possibile cambiamento. Vorrei stimolare delle idee nuove, cercare degli antidoti all’aria nuvolosa dei tempi. Confido nella creatività di ciascuno, per capire come, qui e ora, cambiare la solitudine che ci circonda; e confido che il flusso vitale ci rinnovi e ci sostenga.
Scrivo in prima persona, a volte parlo di noi, altre mi rivolgo a te, maschio o femmina.
Porta la tua parte migliore a seguirmi, mentre leggi, e a pensare con me.
Ognuno dovrebbe scrivere il proprio libro, su questo argomento.
Non so risposte, più di quanto non le sappia tu. Ho solo preso il tempo per interrogarmi, per ascoltare ciò che so senza sapere di saperlo: sono allenata a farlo.
Ho anche attinto da molte fonti, dai libri, dai giornali, e soprattutto dalle persone. Ogni volta serbando questi frammenti come preziose tracce di una ricerca non solo mia. Cerchiamo profondità, significato, l’ unicità di ciascuno e l’unione mistica; e bellezza, coincidenze, pagliuzze d’oro nel fango.
Racconto storie di persone che ho incontrato (ovviamente in modo da salvaguardarne l’anonimato), talvolta come pazienti. Questo termine è associato a un ruolo passivo e patologico, ma qui lo intendo nel suo senso etimologico: colui che sente, che soffre. Non clienti, utenti, partner, ma esseri umani a volte immersi nella sfiducia, a volte chiusi nella loro bolla, che si sono lasciati raggiungere, con cui c’è stato un contatto vero. Un rispecchiamento e una fosforescenza felice.
Molti soffrono per la perdita di questo potere di connettersi. La solitudine è terreno di coltura di molteplici patologie e disagi, e fa stare male.
 
Come ritrovare il nutrimento delle relazioni?
Perfino qui, perfino ora?